Come evitare di identificarsi col voto: strategie per sostenere tuo figlio

Quando ero in seconda elementare, ho iniziato a praticare pallavolo.
Non sapevo ancora che, oltre alle vittorie e sconfitte, questo sport mi avrebbe insegnato una delle lezioni più importanti della mia vita.


La mia allenatrice non si concentrava sui risultati, ma su come avevamo giocato: se avevamo dato il massimo, come avevamo affrontato la sfida, e cosa avremmo potuto migliorare.


"Come avete giocato?" era sempre la sua risposta alle nostre insistenti domande per sapere il risultato, non ci diceva mai "Avete vinto” o “Avete perso".


Questo approccio mi ha insegnato a guardare oltre il risultato, un principio che ho portato anche nello studio.
Ogni voto, positivo o negativo, è un punto di partenza per migliorare.

Tuttavia, molti ragazzi oggi fanno fatica a distinguere tra il loro valore personale e i risultati scolastici.

Ecco perché il grosso errore che può commettere tuo figlio è proprio quello di identificarsi col voto.

Questo non solo rischia di minare la sua autostima, ma può anche bloccare il suo percorso di crescita e apprendimento.

Nella prossima parte dell'articolo vedremo come questa mentalità può intaccare seriamente il suo percorso scolastico.

I rischi che tuo figlio corre identificandosi con il voto

Vediamo ora i rischi in cui può imbattersi tuo figlio nel caso in cui permetta al voto di definire il suo valore.

In particolare, andremo a valutare l’effetto dei voti negativi.

1. Demotivazione scolastica e voti

Un voto basso è solo un numero, ma per tuo figlio può trasformarsi in un'etichetta: "Non sono intelligente."

Questa frustrazione può crescere, portando a un ciclo di ansia, insicurezza e mancanza di voglia di studiare.

Quando la motivazione viene meno, anche le materie che un tempo lo appassionavano iniziano a sembrare insormontabili.

Questo va spesso di pari passo con il punto successivo, ovvero la bassa autostima.

2. Bassa autostima da voti scolastici

Se tuo figlio crede che il suo valore sia determinato dai voti, ogni insufficienza diventa un colpo alla sua autostima.

Frasi come "Sono stupido" o "Non ce la farò mai" potrebbero diventare un'abitudine, ostacolando non solo il rendimento scolastico, ma anche la fiducia in sé stesso in ambiti come lo sport, le relazioni e la creatività.

Ma non è finita qui, perché c’è anche un risvolto negativo a livello della crescita personale e dell’apprendimento.

3. Blocco dell'apprendimento a causa dei voti

Quando un ragazzo si identifica con quello che secondo lui è un fallimento, spesso smette di provarci.

In classe, non alza più la mano per paura di sbagliare.
A casa, evita i compiti più difficili, limitandosi a "sopravvivere" agli esercizi più semplici.

Questo circolo vizioso porta a un approccio passivo all’apprendimento: "Sono incapace, non ci riesco, per cui non vale la pena che mi sforzi”.

Così facendo mette in atto uno studio superficiale, solo per tentare di prendere la sufficienza (che difficilmente arriva con questo approccio).
Purtroppo, però, ciò che perde è il piacere di imparare e di scoprire qualcosa di nuovo.

Fortunatamente, ci sono degli approcci che puoi mettere in pratica per evitare che tuo figlio entri in questo circolo vizioso di frustrazione.

Vediamo insieme cosa puoi fare per aiutarlo a costruirsi una mentalità di crescita.

Ragazzo triste e sconsolato per il voto 3- in un compito scolastico, simbolo di bassa autostima e demotivazione

Come puoi aiutare tuo figlio a non identificarsi con i voti?

Di seguito ti riporto alcuni consigli che puoi mettere in pratica fin da subito per aiutare tuo figlio a tenere divisi il valore che percepisce di sé stesso ed i voti negativi.

1. Il voto è uno strumento

Spiegagli che il voto è solo un indicatore del suo livello di apprendimento in un dato momento, non un giudizio sul suo valore come persona.

Un voto negativo serve per far capire che non si è ancora raggiunta la sufficienza in quello specifico contesto, per cui è bene chiedere ulteriori spiegazioni e chiarimenti al professore così da recuperare le nozioni che ancora non sono chiare.

2. Il voto non è immutabile

Tutti i professori danno la possibilità di recuperare un brutto voto, per cui tuo figlio non deve temere di essere etichettato a vita come quello che "ha preso 3 in matematica".

Può succedere, l’importante è chiedere chiarimenti al prof. per capire gli errori commessi e come può migliorare, e poi rimboccarsi le maniche e prepararsi per il compito di recupero.

Ricordagli che ogni errore è un'opportunità di crescita.
Un voto negativo non definisce il suo futuro; è solo un passo nel percorso di apprendimento.

3. Chiedigli com'è andata la verifica

Prima ancora di chiedergli il voto, quando sai che ha avuto un compito in classe o un'interrogazione, fagli queste domande: “Come è andata la verifica? L’hai trovata facile o hai avuto difficoltà?”.

In questo modo favorisci una riflessione sana sulla sua performance e sulle sue capacità attuali, creando un percorso di miglioramento continuo.

Separare il valore personale dai voti non solo aiuterà tuo figlio a sentirsi più sicuro di sé, ma lo renderà anche più motivato ad affrontare le sfide scolastiche con una mentalità sana e aperta alla crescita.

Il percorso scolastico non è una corsa verso il voto perfetto, ma un viaggio di apprendimento che merita di essere vissuto con serenità e determinazione.


Fonti

Chamberlin K., et al. The impact of grades on student motivation. Active Learning in Higher Education. 2023; 24(2) 109-124. https://doi.org/10.1177/1469787418819728
Per leggere l'articolo scientifico clicca QUI
Dweck C.S. Mindset: the new psychology of success. Random House. 2006. ISBN: 978-1-4000-6275-1

Monica Mossenta - Fondatrice di Strategie di Studio

Negli anni Monica ha affinato una precisa Strategia di Studio che le ha permesso di ottenere importantissimi traguardi tra cui un Dottorato di Ricerca in Nanotecnologie e diverse pubblicazioni scientifiche in riviste internazionali.

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